domenica 8 giugno 2008

PIOVE

Piove, anzi diluvia, il tempo perfetto per pensare a tutto e a niente, ti concentri solo a sentire la pioggia, cade sul tetto, per terra, e per ogni posto dove scegli di cadere c'è un differente suono, l'intensità varia, da forte e ruomorosa come il suono di una cascata a dolce e delicata tanto da sentire distintamente ogni singola goccia che cade ad indicare che sta scemando.
Nell'aria c'è il tipico odore di pioggia, umido e forte ma, soprattutto fresco.
Chiudo la radio per assaporare meglio l'attimo, adoro quando sto dentro la mia camera, soprattutto la sera, perchè è il momento della giornata in cui e più probabile che non fai niente e nessuno venga a disturbarti, mi metto sotto le lenzuola, che sia estate o inverno, sento il TOC pesante di un gocciolone voglioso e impazente di cadere per primo e il TIC delicato delle ultime che sembrano quasi aver paura di disturbare e si vergognano per quelle precedenti che hanno fatto così tanto rumore, quasi a chiederti scusa del frastuono assordante che hanno fatto prima.
Il suono della pioggia sulle foglie poi è meraviglioso, delicato, quasi ovattato, dato che la caduta delle goccie è attutito dal verde degli alberi.
Un suono costante delicato, rilassane, mi metto sul letto e ascolto, l'aria si fa leggermente più fresca quel tanto che basta per farmi prendere un plaid e mettermelo sopra a coprirmi tutta, il calore della coperta riscalda il mio cordo, la pioggia riprende a cadere violenta, le goccie che fanno TOC TOC, hanno di nuovo il sopravento. Mi fisso a guardare il soffito e penso, non un pensiero delineato, a tutto e a niente come le goccie che si susseguono in un caos infinito.
TOC TIC TIC TOC....
Si avvicendano anche i lampi che illuminano la stanza e a susseguirsi il tuono, come in un orchestra, prima lontano, impotente poi più vicino, forte e minaccioso, mi ricordo quando da piccola ne avevo paura, mi mettevo rannicchiata sotto le coperte e mi tappavo le orecchie nella speranza che passasse presto poi, come accade, passò a me.
Mi ricodo di Linus, di quando aveva il terrore dei tuoni, quano era giovane e dormiva fuori casa, piangeva e ogni tanto abbaiava, con la senilità entrò in casa ed una notte, mentre diluviava, diete una musata alla mia porta, mi svegliò e si mise a dormire sul mio letto, lo feci fare, in fin dei coni mi piaceva, restammo lì una accanto all'altra, io lo accarezzavo e sentivo la pioggia copiosa, lui si leccava i baffi in segno di gradimento, ad ogni tuono però alzava la testa, poi, quando finiva, la rimetteva sul materasso sbuffando, la mia mano andava su e giù sotto il movimento del suo torace. Rimanemmo lì per tutta la durata del temporale, poi lo feci scendere dal letto, anche perchè, mi stava fregando tutto il letto, dico io, va bene che ti ospito, ma tu mi sembra che te ne stia approfittando dato che ti stai allargando troppo, sto tutta contro il muro!!!
Fu la prima e ultima volta che glielo concessi, ma mi piacque moltisssimo.
Le goccie continuano a cadere e i miei pensieri tornato ad accavallarsi e passare, cambiando repentinamente ma, adesso non mi va di afferrarne nessuno, non mi va di metterli a fuoco, sto bene così sento la pioggia....ecco è finita ciò che rimane a ricordala è il rumore dell'acqua che scende dalle grondaie in un gorgoglio incessante.
Avete mai notato che, passata la pioggia, gli uccelli si rimettono a cantare....tutto cioè e meraviglioso!

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